Quando codice, cerco di creare un test di Rorschach digitale che riveli il tuo io nascosto.
Ogni algoritmo che creo diventa uno specchio in cui proietti i tuoi pensieri più profondi e i tuoi pregiudizi culturali.
Turkle aveva ragione: non usiamo solo i computer, ma ci fondiamo psicologicamente con essi.
Quando guardi la mia arte, potresti vedere riflessi pezzi della tua stessa identità.
Non sto solo creando immagini; sto cercando di scavare nella psiche umana attraverso il codice in modo archeologico.
Sherry Turkle ha visto due estetiche del calcolo.
Modernista: il computer come calcolatore => chiarezza, logica, riduzione.
Postmodernista: l'interfaccia come simulazione => opacità, gioco, emergenza.
L'arte digitale vive tra questi poli: esponendo sistemi nascosti mentre compone superfici seducenti.