Ogni sistema decentralizzato inizia con un insieme di ruote di allenamento, @idOS_network è semplicemente onesto riguardo alle proprie. In questo momento, la rete idOS funziona in modalità autorizzata, ma è una fase deliberata, non un difetto. Ecco perché 👇 ❯ L'identità non è un libero accesso. A differenza dei protocolli DeFi in cui chiunque può avviare un nodo, l'infrastruttura dell'identità gestisce dati personali crittografati, credenziali KYC, FaceVectors e prove di umanità. Ciò significa che il primo gruppo di nodi deve soddisfare garanzie di sicurezza, conformità e disponibilità prima di diventare pubblico. ❯ Configurazione attuale: gli operatori di nodo sono membri di un consorzio selezionati, pensate a scambi, emittenti di stablecoin o partner infrastrutturali che già rispettano le leggi sulla gestione dei dati. Ospitano enclave sicure e frammenti MPC per garantire coerenza mentre la rete si espande. ❯ Fase successiva: una volta che l'affidabilità e gli strumenti di governance maturano, le autorizzazioni si allentano. L'ammissione basata su staking sostituisce la whitelist. Gli utenti e i delegatori sceglieranno quali nodi proteggono i loro dati, non il team centrale. ❯ Perché questo è importante: autorizzato ≠ centralizzato per sempre. È lo stesso schema di avvio che abbiamo visto in reti come Cosmos, Filecoin e persino nei primi testnet di Ethereum: controllo iniziale per sicurezza, rilascio graduale per resilienza. In pratica: - Oggi = privacy + garanzie di conformità. - Domani = partecipazione aperta + economia dello staking. Il vero test di decentralizzazione non è se chiunque possa eseguire un nodo ora, ma se il sistema può lasciar andare in sicurezza in seguito. idOS sembra progettare per quel momento invece di fingere che sia già qui.